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Chi ha ancora il sogno americano?

In Oriente nasce
il Chinese dream


Il mondo si sta risvegliando dal sogno americano? Nuovi imperi, nuove economie stanno nascendo portando valori diversi da quelli degli Stati Uniti? E’ la fine dell’ottimismo americano? A questa deduzione sembra portare un sondaggio realizzato intervistando le popolazioni di 22 nazioni in occasione del World Economic Forum.
Cina e India in testa, seguite da Inghilterra e, al quarto posto, gli Usa. In Cina del resto questo è l’anno del maiale, simbolo per eccellenza di fortuna e ricchezza. Non è difficile dedurre quale paese occupi l’ultimo posto: la malinconica e sofferente Italia, dove piangere e lamentarsi rappresentano le attività produttive più diffuse. Quello che però più stupisce è la mancanza di fiducia in Giappone e Corea del Sud. In particolare la Corea sta vivendo un periodo di grande prosperità economica e, anche con le sue ridotte dimensioni, è risuscita a farsi spazio e ad imporsi tra le superpotenze asiatiche di Giappone e Cina. Eppure per i coreani il futuro non è così sereno. Il Giappone, il grande paese che dalla distruzione della fine dell’ultima guerra mondiale è riuscito ad essere la seconda potenza mondiale, ora teme e ha paura della sua madre antica, l’immensa Cina. L’Impero del Sol Levante, con lo sguardo spezzante con cui ha sempre guardato i cinesi, ora vede la sua economia superata dalla potenza produttiva del made in China. Tuttavia i giapponesi, unitamente agli statunitensi, hanno partecipato all’ascesa di Pechino: fino a pochi anni fa, le più grandi case di produzione nipponiche ed americane avevano nella Cina meridionale, nel Canton soprattutto, il loro immenso serbatoio di manodopera a basso costo. Ora cosa è cambiato? Gli ingegneri cinesi hanno studiato i modelli industriali prodotti dagli stranieri e sono dunque in grado di costruirli uguali in qualità, ma in quantità decisamente maggiori, spiazzando nelle vendite la concorrenza estera. L’economia cinese, grazie alla diffusione capillare della rete di distribuzione, lecita e illecita, dei prodotti, è in ascesa vertiginosa. Di conseguenza anche il potere d’acquisto della popolazione è cresciuto fortemente. Ma cosa comprano, in Cina, i nuovi ricchi? Vestiti di marca e automobili di lusso straniere, soprattutto. I cinesi ricchi vogliono imitare, o meglio diventare, occidentali in tutto e per tutto. Si può dire che per loro il sogno americano è una scoperta recente. Il modello statunitense si materializza nelle Nike, le scarpe simbolo del sorriso made in Usa. In Cina ogni giorno aprono 1.2 nuovi punti
vendita Nike.
Ma cosa direbbero, cosa farebbero i giovani cinesi, rampolli della nuova classe benestante, se sapessero che le Nike con cui calzano il loro American dream in realtà sono prodotte in Cina, proprio nelle province meridionali dove vivono? In che cosa, allora, dista il sogno cinese da quello americano? I sogni, si sa, sono fatti di benessere, soldi, acquisti. Si sia cinesi o americani, i sogni sono gli stessi di tutti gli esseri umani. Bei vestiti, macchine di lusso, viaggi, un portafogli farcito da alleggerire nello shopping. Il sogno è lo stesso, il popolo è diverso.

Floriano Terrano

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