L’arte del pennello su carta
La calligrafia coreana

Stretta come è tra la Cina e il Giappone la Corea ha subito il ridimensionamento del riconoscimento del valore della sua arte. Tuttavia l’arte coreana pur nel profondo influsso dell’arte della vicina Cina ha delle caratteristiche di originalità che la rendono unica tra le arti delle civiltà dell’Estremo Oriente.
Anche la calligrafia in Corea si è sviluppata seguendo l’influsso dell’arte calligrafica della Cina ma alcuni calligrafi hanno reinterpretato in chiave del tutto autentica il modello cinese. I caratteri cinesi arrivano in Corea insieme ai testi religiosi del Buddhismo tra 2° e 3° secolo DC. In seguito, nell’età dell’Unificazione Silla (統一新羅, 통일 신라, 676–935) la Corea subisce l’influsso delle arti della Cina Tang (唐朝, 618-907) e nasce la calligrafia artistica di Kim Saeng (711-c. 791) che sviluppa in stile coreano la scrittura clericale lìshū (隸書) del “saggio della calligrafia” (書聖) Wang Xizhi (王羲之, 303-361). La scrittura clericale, nata nel periodo dei Regni Combattenti (戰國時代, 453-221 AC) e in auge nell’età Han (漢朝, 206 AC – 280 DC) tuttora usata nelle scritte di alcune pubblicità, è composta da caratteri dai tratti più larghi che alti e dalla presenza di un tratto più marcato, in genere diagonale. L’altro stile di scrittura, la “scrittura regolare” kǎishū (楷書) è più nuova e caratterizzata dalla regolarità dei tratti. Ha avuto il suo periodo di massima diffusione durante la dinastia Tang ed è tuttora molto diffuso nelle pubblicazioni. Della calligrafia di Kim Saeng rimane l’esempio postumo della stele che racconta la vita del grande maestro Nanggong-daesa proveniente dal tempio Taejasa e attualmente conservata al National Museum of Korea. 
Il secondo grande maestro della calligrafia coreana è il poeta Choe Chiwon (崔致遠, 최치원857 – 10° secolo), nome d’arte Haeun (海雲, 해운, Mare Nuvola). A lui si deve il nome della famosa spiaggia di Busan Haeundae a cui era molto legato. Da un padiglio
ne nei pressi della spiaggia ammirava il mare. Ancora oggi si può vedere una sua iscrizione su una pietra ad Haeundae. 
Lo stile lìshū è predominante anche durante il periodo Koryŏ (高麗國, 고려국, 918–1392) e solo verso il 1350 si ha l’inizio dell’influenza del nuovo stile rotondeggiante del pittore e calligrafo cinese Zhao Mengfu (趙孟頫, 1254–1322). Nell’età successiva della dinastia Chosŏn (1392 – 1910) l’arte calligrafica diventa manierata e formale fino a quando Kim Jeong-hui (金正喜, 김정희, 1786 – 1856) elabora lo stile che si chiama chusa dal suo nome d'arte chusa (秋史, 추사). Grande studioso delle iscrizioni calligrafiche antiche, durante un viaggio in Cina riceve in dono una copia del trattato sull’arte calligrafica Su Zhai Biji (蘇齋筆記). Il suo stile riprende la calligrafia lìshū creando però un suo stile peculiare. I tratti dei caratteri sono pieni, marcati, asimmetrici eppure armonici, primitivi eppure attuali e moderni. Il pennello ha un tratto deciso eppure il foglio è bilanciato tra pieni e vuoti.
In seguito al maggior uso dei caratteri hangul rispetto a quelli hanja, la calligrafia coreana si è sviluppata con nuove forme sottolineando la singolarità degli artisti coreani che hanno sempre saputo reinterpretare con originalità creativa tutti gli influssi che gli sono venuti dalla Cina.


Floriano Terrano

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