Aceri rossi e vino di crisantemo
La stagione più bella
della Corea: l' autunno
“Il cielo è alto e i cavalli s' ingrassano” dice un antico proverbio coreano dedicato all' autunno. In Corea l' autunno è la stagione più bella, un periodo in cui il caldo umido dell' estate lascia piano il posto al freddo dell’inverno. L' autunno non è solo un tempo di passaggio ma è la stagione dei colori accesi della natura, quando le montagne s' incendiano delle foglie degli aceri. Da nord a sud, dalla fine di settembre ai primi giorni di novembre, gli aceri cambiano il colore delle foglie dal verde intenso al rosso sangue. Dal Seoraksan (설악산, 雪嶽山), nella provincia di Gangwon nel nord-est, il primo posto in Corea dove si possono vedere le foglie rosse, fino al vulcano Hallasan (한라산, 漢拏山), nell' isola meridionale di Jeju, il fiume scarlatto degli aceri d' autunno attraversa tutta la Corea. Sulle alture del Songnisan (속리산, 俗離山), nella provincia centrale di Chungcheongbuk-do, il tempio Beopjusa (법주사, 法住寺) con la statua dorata gigante di Maitreya (미륵보살, Mireuk Bosal) è circondato dai colori dell’autunno.
Il Jungyangjeol (중양절, 重陽節) è il giorno che segna il passaggio dall' estate all' autunno e cade il nono giorno del nono mese lunare. La tradizione vuole che in questo giorno si decorino le case con foglie di acero e si vada nei boschi per il Danpung-nori (단풍놀이), la visione delle foglie d'acero autunnali sorseggiando gukhwaju (국화주), vino di crisantemo, e gustando gukhwajeon (국화전), dolci di riso ornati con petali di crisantemo, fiore simbolo di longevità. L' autunno è la stagione dell' arte e pittori, poeti, scrittori, musicisti, registi hanno preso ispirazione dai colori di questi giorni. Al Metropolitan Museum di New York sono conservati due capolavori di pittura nati dall’autunno coreano. Due rotoli dipinti da un anonimo artista del XV secolo (epoca Chosôn, 1392-1910) nello
stile di Ahn Gyeon (안견, 安堅), pittore attivo tra il 1440 e il 1470, che rappresentano la “campana della sera dal tempio ammantato di foschia e la luna d' autunno sul lago cinese di Dongting”. Il contrasto tra chiari e scuri, tra pieni e vuoti, esaltato dalla tecnica dell’inchiostro su seta, rende mirabilmente l' atmosfera nebbiosa della sera d' autunno, con il lago e la luna che illumina un solitario monastero di montagna. Come spesso avviene in Oriente nella pittura di paesaggio, la presenza umana più che descritta è suggerita da costruzioni come il padiglione di questo rotolo. Non vediamo i monaci del tempio, e questa assenza aumenta la malinconia del crepuscolo autunnale.
La stessa malinconia di due struggenti sijo anonimi, il 53 e il 2422 di A dictionary of classical sijo di Shim Chaewan. “Mia ragazza, non gonfiarti d’orgoglio / non vantarti della tua bellezza / Non hai mai guardato i crisantemi selvatici / sulla collina dietro casa tua? / Presi dal gelo autunnale / essi appassiranno magri e squallidi”, il primo. E l' altro: “Un momento è lungo come tre autunni / quindi quanti anni ci sono in tre giorni? / Non importa se ho dimenticato il mio amore / che mi farà malata di lui / ancora come ricordo la sua promessa / come posso dimenticarlo?”. Diversi per tema e contenuto, i due sijo differiscono anche per il sesso della mano che li ha scritti, un poeta il primo, una poetessa il secondo. Tuttavia il sentimento dell’autunno, stagione del cuore per tutti gli amanti, avvicina entrambi e l' agonia delle piante che muoiono diventa lo specchio dove vedere il riflesso della nostra vita.
Il flusso delle stagioni continua ad ispirare l' arte della Corea: persino il discusso regista Kim Ki-duk (김기덕, 金基德), nel suo film Primavera Estate Autunno Inverno…e ancora Primavera (봄 여름 가을 겨울 그리고 봄, Bom yeoreum gaeul gyeoul geurigo bom, 2003) celebra i colori della natura coreana con un quadro cangiante allo scorrere dei mesi. Qui le stagioni che passano sono il simbolo della luce e dell' ombra nella vita del protagonista.
Il flusso delle stagioni continua ad ispirare l' arte della Corea: persino il discusso regista Kim Ki-duk (김기덕, 金基德), nel suo film Primavera Estate Autunno Inverno…e ancora Primavera (봄 여름 가을 겨울 그리고 봄, Bom yeoreum gaeul gyeoul geurigo bom, 2003) celebra i colori della natura coreana con un quadro cangiante allo scorrere dei mesi. Qui le stagioni che passano sono il simbolo della luce e dell' ombra nella vita del protagonista.
E anche oggi che i giovani al vino di crisantemo preferiscono la coca-cola, pure ora che di foglie d' acero se ne vedono sempre più poche nelle strade di Seoul, il sentimento dell' autunno vive ancora nell' anima coreana, appena un pò distratto.
Floriano Terrano
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